L’Unesco in Piemonte premia città, arte e natura
Grazie alla ricchezza di patrimoni architettonici, ambientali e storici riconosciuti come patrimonio dell’Unesco il Piemonte sale in cima alla classifica delle regioni con un circuito regionale turistico che vale veramente la pena di visitare.
Ecco dunque un “itinerario” di viaggio che vi aiuterà a vedere le bellezze di questa regione.
Le residenze Sabaude Reali
Le Residenze Sabaude sono entrate a far parte dei siti Unesco nel 1997. Questi edifici risalgono al 1563. Esse nascono da un’iniziativa di Emanuele Filiberto, duca di Savoia, che proclamando Torino la capitale del ducato inizia un’opera di ristrutturazione e migliorie delle residenze reali perché rappresentassero appieno il potere assoluto della sua casata. Per questa opera magnifica si avvale dell’aiuto dei più grandi architetti del tempo: F. Juvarra, C.F. Beaumont e B. Alfieri i quali donano alle regge reali una omogeneità stilistica ed artistica senza pari. Il sito tendeva così a mostrare l’unità ed il potere assoluto dei regnanti simboleggiando una vera e propria “zona di comando”. Oggi le residenze sabaude comprendono 22 palazzi, parte dei quali situati nel centro di Torino e nelle zone limitrofe.
I Sacri Monti: dal Piemonte alla Lombardia
I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia sono:
- Domodossola;
- Belmonte;
- Crea;
- Ghiffa;
- Oropa;
- Varallo;
- Orta;
- Varese;
- Ossuccio;
Dall’anno 2003 questi monti sono entrati a far parte del patrimonio dell’umanità e vengono detti sacri in virtù dei luoghi di culto, delle cappelle, che sono state costruite su di essi. La loro importanza storica come luoghi di devozione risale già al XV secolo, in particolare si segnala che alla realizzazione di tali costruzioni parteciparono moltissimi artisti del panorama barocco e tardo rinascimentale: essi diventarono una valida alternativa ai pellegrinaggi in Terra Santa. I percorsi impervi per raggiungere questi luoghi di culto resero i monti sacri il simbolo di un percorso spirituale ma anche fisico per avvicinarsi a Dio. La bellezza e la sacralità di questi luoghi stà nella fusione tra l’opera dell’uomo e l’opera della natura: il paesaggio non viene danneggiato dall’architettura, anzi risulta arricchito in maniera armonica e pittoresca.
Le palafitte dell’arco alpino
I siti palafitticoli preistorici del Piemonte sono a Viverone ed Azeglio ed insieme al Parco Naturale denominato Lagoni di Mercurago ad Arona sono stati inseriti dal 2011 nella World Heritage List dell’Unesco. Queste aree fanno parte di un complesso di siti archeologici sparsi tra Austria, Svizzera, Germania, Francia, Slovenia e Italia che risalgono al neolitico. In loco sono state realizzati numerosi scavi, e gli studiosi sono riusciti a rappresentare la realtà della vita dell’epoca. Tutti gli insediamenti si trovano in zone acquitrinose o semi allagate, sulle rive di fiumi e laghi. Rappresentano delle aree archeologiche preziosissime e molto ben conservate, in quanto testimoniano la vita dei primi agricoltori in Europa.
Le città piemontesi riconosciute da Unesco come patrimoni culturali
Le città piemontesi riconosciute come patrimoni culturali sono:
- Torino grazie alle sue peculiarità nello sviluppo dell’epoca post-industriale, dal 2014 è stata denominata città creativa per il design;
- Alba la capitale del Piemonte di vino e cibo (essa comprende anche le Langhe e Roero), dal 2017 è stata eletta patria della creatività e della gastronomia;
- Biella, dal 2019 grazie alla sua tradizione antica nel settore tessile e del design è stata riconosciuta come centro creativo per le arti popolari e l’artigianato;
- Ivrea città votata all’industria, progettata da Adriano Olivetti in primis e dai più grandi urbanisti ed architetti del ‘900, viene riconosciuta nel 2018 come la “città industriale del ventesimo secolo”.
Langhe Roero e Monferrato
Il paesaggio è di oltre 10.000 ettari e comprende:
- Nizza Monferrato
- Langa del Barolo
- Castello Grinzane Cavour
- Colline del Barbaresco
- Canelli con Asti
- Monferrato Infernot (antiche cantine di tufo scavate a mano)
La produzione vinicola ha sicuramente reso famose queste langhe della bassa piemontese, ma la tutela del paesaggio composto da colline, castelli e antichi borghi crea una cornice assolutamente unica e sicuramente da visitare con percorsi ecologici di trekking, bicicletta o con passeggiate a cavallo.
Programma Unesco MAB e Geoparchi
Nel programma di Unesco denominato MAB (acronimo di Man Biosphere) sono state inserite le aree del Parco del Po comprendente la collina torinese, il bellissimo parco naturale di Monviso ed il Parco Ticino di Val Grande Verbano. L’inserimento di queste aree nel programma permetterà non solo la conservazione dei paesaggi e delle risorse, ma anche l’indirizzamento dello sviluppo verso orizzonti eco sostenibili.
Il Sesia Val Grande Geo Park è stato invece inserito nel programma Geoparchi. La superficie compresa parte dal confine svizzero ed arriva al monte Rosa ed ai confini con la Valle d’Aosta. L’obiettivo è quello di preservare al meglio le bellezze naturali incontaminate di queste lande.
Patrimonio immateriale dell’arte musicale Unesco
Nel 2020 l’arte musicale praticata dai suonatori di corno da caccia è diventata un patrimonio cosiddetto “immateriale”. L’antica arte è stata riportata alla luce circa 25 anni fa da un’accademia musicale onlus dedicata a Sant’Uberto, essa si rivolge ad uno strumento semplice e naturale, un corno senza accessori che veniva anticamente utilizzato alla corte sabauda. Le occasioni in cui questo gruppo di musicanti si esibisce riporta alla luce non solo le tradizioni musicali, ma anche i costumi dell’epoca in rosso e blu con decorazioni in oro ed argento.
Le candidature piemontesi in corso di approvazione Unesco
Abbiamo dunque visto tutte le meraviglie che l’Unesco ha decretato patrimonio dell’umanità in Piemonte, sono delle eccellenze assolutamente uniche e da visitare. A breve si attendono ulteriori ampliamenti delle approvazioni Unesco in Piemonte: in fase di approvazione troviamo la Sacra abbazia di San Michele una struttura religiosa perfettamente conservata risalente all’anno mille e la cosiddetta via Francigena, già riconosciuta come itinerario culturale dal Consiglio Europeo.