Curiosità

Il villaggio operaio di Bergamo è Patrimonio Unesco: Crespi d’Adda è un bene dell’umanità

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Villaggio operaio, alla scoperta del feudo italiano

Oggi vogliamo parlarvi di una delle più belle e nascoste eredità culturali italiane. Avete mai sentito parlare del villaggio operaio di Bergamo?

Crespi d’Adda è un piccolo assetto urbano messo in piedi negli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Il villaggio venne costruito dalla famiglia Crespi, la quale decise di fornire alloggio ai dipendenti dell’opificio tessile che sorgeva vicino al paesino e di cui era a capo.

Oggi esso è un interessante luogo turistico, reso curioso da una realtà che adesso non esiste più: quella appunto di un villaggio di carattere operaio. Tante altre però sono le cose che colpiscono di questo grazioso paesello, come ad esempio il fatto che è possibile visitarlo a piedi, camminando a passi lenti e come immersi come in una sorta di viaggio nel tempo.

Oltre a custodire al suo interno delle architetture bellissime, il villaggio operaio  è la testimonianza di una grande ambizione: la famiglia Crespi, infatti, propose il villaggio industriale come un modello a cui affidare il resto della città e per un certo periodo questo apparve possibile in alcuni paesi d’Europa e del tutto replicabile anche in Italia; più tardi, tuttavia, il villaggio finì nel declino, chiudendo per sempre la parentesi dedicata ai paesini industriali.

Perché è bene dell’Umanità?

Crespi d’Adda entra a far parte della lista dei siti Unesco nel 1995. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura lo introduce all’interno del Patrimonio Mondiale Protetto.  La ragione dietro questa scelta si lega alla sua storia e a quel che la struttura di questo assetto urbano rappresenta: per l’Unesco esso è una testimonianza dei villaggi operai che popolarono il Sud Europa e anche uno dei migliori sopravvissuti.

Un luogo tra storia e magia

Crespi d’Adda è un luogo magico ed è da considerare perfetto per una gita fuori porta. Al suo interno regna un silenzio quasi sacro e diverse sono le cose che fanno di lui una tappa molto apprezzata: la struttura, l’architettura e il simbolo.

Il villaggio operaio fu fondato dal padre della famiglia Crespi e poi affidato al primogenito. Per molto tempo esso simboleggiò la voglia di emergere e di affermarsi delle famiglie italiane del tempo.