Nell’ambito del marketing, dopo aver messo in pratica le strategie utili per avere successo online, è necessario avere dei riscontri.
Per poter verificare l’efficacia degli strumenti web messi in campo abbiamo bisogno di visionare le key performance indicator, ovvero delle metriche che permettono di misurare il successo di un progetto o di un’attività.
Si tratta di parametri che possono essere utilizzati per i siti web e che forniscono un metodo preciso e misurabile per valutare le performance.
Tuttavia, per far si che gli indicatori siano davvero utili ed efficaci, è importante saperli individuare in modo corretto in relazione alla tipologia di attività.
Saper individuare quali sono i giusti KPI per il proprio e-commerce vuol dire riuscire a misurare i risultati raggiunti e comprendere quali sono le eventuali modifiche da apportare.
KPI per e-commerce: caratteristiche
I KPI devono essere misurabili, ovvero essere rappresentati da una percentuale o da un valore numerico assoluto, significativi per il proprio business, ovvero specifici e non generici.
Gli indicatori non devono contenere informazioni superflue, ma bensì esprimere solo quelle che permettono poi di valutare le performance o che possono supportare i professionisti nelle operazioni di decision making.
Secondo l’esperienza di Luca Spinelli, che da anni si occupa di sviluppare diverse tipologie di business digitali, i KPI per l’e-commerce devono essere anche il più possibile personalizzati.
Per individuarli in modo efficace, si può seguire l’approccio delle key performance questions adottato da Bernard Marr e basato su 6 punti fondamentali: Why – What – Who – Where – When – How. Rispondere a queste semplici domande permette di capire quali sono gli obiettivi, le strategie, tempi e metodi per arrivare ai risultati prefissati.
KPI per e-commerce: quali sono i più usati
Sebbene per avere delle informazioni significative è importante riuscire a individuare dei parametri specifici per ogni business, ci sono alcuni parametri che sono comunemente utilizzati quando si parla di e-commerce.
Ad esempio, tra i KPI per e-commerce più diffusi e semplici da utilizzare, anche perché direttamente accessibili dalla piattaforma Google, c’è la Bounce Rate, ovvero la frequenza di rimbalzo. In pratica, questo indicatore esprimere il numero di persone che hanno raggiunto il sito web, ma che lo hanno abbandonato dopo aver visitato una pagina.
Per essere ottimale questo indicatore dovrebbe avere un valore basso.
Molto interessante è anche il Conversion Rate che può essere un indicatore utile per valutare anche quanto gli utenti acquistano presso il proprio sito e-commerce. Questo rilevatore esprime il rapporto tra il numero totale di visitatori e il totale delle conversioni.
Entrambi i KPI finora illustrati possono essere considerati sia per valutare il sito a livello globale, sia le singole pagine web, e sono utili per implementare azioni correttive mirate.
Sicuramente tra i segnalatori più significativi quando si tratta di shopping online c’è il Tasso di abbandono del carrello, un parametro che misura quanti utenti non perfezionano l’acquisto dopo aver inserito i prodotti nel carrello.
A volte, a causare questo comportamento possono essere le spese di spedizioni elevate, particolari condizioni di reso non vantaggiose, tempi lunghi di consegna o procedure di pagamento complesse o ritenute poco chiare.
Analizzare i KPI per e-commerce consente di capire quali sono gli aspetti del proprio sito che funzionano correttamente e quali, invece, andrebbero migliorati. Ecco perché è fondamentale saper individuare degli indicatori specifici per ogni business.