Lifestyle

Quali sono le categorie di lavoratori della pubblica amministrazione a rischio esposizione amianto

rischio amianto

Considerato utile e indispensabile fin dal Novecento, l’amianto ha trovato impiego in molti settori, a livello mondiale. Con il tempo la ricerca scientifica ha presentato puntuali report dove tutta la sua utilità si è trasformata in enorme rischio per la salute, con elevate potenzialità cancerogene per le persone che sono state o sono a diretto contatto. Scopriamo quali sono le categorie di lavoratori della pubblica amministrazione a rischio esposizione amianto.

Perchè l’amianto è pericoloso?

Resistente alle temperature elevate e alle fiamme, all’usura del tempo e a quella meccanica, l’amianto ha rivelato ben presto la sua natura pericolosa e altamente cancerogena. Poichè ha una struttura fibrosa e flessibile, le sue minuscole fibre sono capaci di addensarsi in maniera piuttosto agevole. Durante la sua lavorazione e manipolazione diventa un materiale facilmente sfaldabile e le sue fibre, sempre più sottili, si disperdono nell’ambiente e nell’aria, diventando tossiche se vengono inalate, da persone e animali.

Una volta entrate nei polmoni tramite le vie respiratorie, le fibre sono molto persistenti e hanno la capacità di insediarsi e rimanere per lì diversi decenni, senza mai degradarsi. Chi è esposto all’amianto corre altissimi rischi per la sua salute, con possibilità di contrarre svariate malattie, dalle semplici irritazioni a situazioni molto più gravi, come i tumori a carico dell’apparato respiratorio.

Quali sono le categorie di lavoratori della pubblica amministrazione a rischio esposizione amianto?

Sono tanti, purtroppo, i lavoratori nella pubblica amministrazione che, nel corso degli anni, hanno operato e tutt’ora operano in ambienti dov’è presente l’amianto e le sue fibre. Tra questi troviamo in numero elevato i dipendenti delle ex Ferrovie dello Stato, oggi Trenitalia, gli operai e gli impiegati dei polverifici, i militari e graduati dell’Esercito Italiano. Rischio di una certa entità anche per i dipendenti del settore chimico e petrolchimico italiano.

A essi, negli ultimi anni, si sono aggiunti persino chi ha operato nei cantieri edili e navali, varie categorie dell’indotto automobilistico italiano, in particolare gli addetti alla produzione delle frizioni e nelle pastiglie dei freni delle autovetture.

Per loro sono previsti alcuni benefici statali come andare in pensione anticipatamente e ottenere una rivalutazione e maggiorazione dell’assegno contributivo. Ad averne diritto ci sono anche quelli andati in pensione da molti anni.

Essi dovranno documentare, in maniera completa e dettagliata, di aver lavorato in ambienti a contatto con polvere di amianto e derivati diamantiferi per:

  • almeno otto ore al giorno continuative;
  • oltre dieci anni.

Attenzione se rientrate in una delle categorie elencate in questo articolo e volete intervenire per la tutela della vostra salute potete andare sul sito gestionecreditipubblici.it e chiedere una prima consulenza gratuita per il vostro caso.

Dov’è ancora presente l’amianto?

Fin dai primi anni del Novecento, l’amianto è stato utilizzato in diversi settori, grazie alla sua ampia versatilità. Con il boom economico, l’amianto ha trovato ampio uso per costruire e realizzare:

  • pannelli per l’isolamento termico e lastre antincendio in campo edilizio;
  • componenti nei treni e nelle costruzioni navali;
  • nelle frizioni delle vetture;
  • nelle pastiglie dei freni delle automobili;
  • nelle guarnizioni dell’industria petrolchimica e chimica.

Dalle industrie, agli impianti tecnologici, quindi, l’amianto ha avuto un enorme impiego, diventando una parte importante di tantissime opere e costruzioni in Italia e nel mondo.

Nel cercare informazioni esaustive in merito all’argomento tenetevi alla larga dalle fake news e rivolgetevi solo a fonti ufficiali.